Dannato
destino. C’è una strada, per ognuno di noi, che accompagna le nostre vite nel
loro svolgersi. Spesso tortuoso, oscuro, scosceso, difficile da battere il
percorso sembra ingannarci. Ma c’è.
Il
mio andare somigliava, ad un certo punto, ad una certa età, a due sentieri
completamente opposti, antitetici, l’uno assolato, l’altro divorato
dall’oscurità. Ho impiegato giorni, diventati in fretta mesi, per ponderare la
mia scelta. Perso nel blu ho ritrovato la strada, nelle parole di Cormac McCarthy. Una prova di esame, di
quelle in cui non puoi fallire, perché ne vale del tuo lavoro, quello che sogni
da sempre. Solo un foglio, poche ore e poi il verdetto.
Compie oggi ottanta anni lo scrittore e
sceneggiatore americano Cormac McCarthy. Personaggio schivo e confuso arriva al
successo in età matura, riuscendo così a vivere del suo genio, serenamente,
lontano dalla mondanità e dal ridondante mondo letterario.
Visionario e apocalittico il suo The road, che nel 2007 gli è valso il Premio Pulitzer,vi cattura, ipnotizzandovi in un mondo catastrofico, potenzialmente
realizzabile. Ciclicamente destinati alla circolarità della vita, in ogni sua
forma, il romanzo mostra l’eterna lotta dell’esistenza, lanciando, infine, un
segnale di speranza.
Per chi preferisce il film al libro, notevole è la
trasposizione cinematografica diretta da John Hillcoat,
interpretato da Viggo Mortensen e Kodi
Smit-McPhee.
Un’ora dopo erano sulla strada. Lui spingeva il carrello
e avevano entrambi uno zaino in spalla. Negli zaini c’erano le cose essenziali.
Casomai avessero dovuto abbandonare il carrello e fuggire. Alla maniglia del
carrello era attaccato un retrovisore da motocicletta cromato che l’uomo usava
per tenere d’occhio la strada dietro di loro. Si risistemò lo zaino sulle
spalle e scrutò la terra devastata in lontananza. La strada era deserta. Sotto
di loro, nella piccola valle, la serpentina grigia e quieta di un fiume.
Precisa e immobile. Lungo la riva un ammasso di canne morte. Tutto bene?,
chiese l’uomo. Il bambino annuí. Poi si incamminarono sull’asfalto in una luce
di piombo, strusciando i piedi nella cenere, l’uno il mondo intero dell’altro.
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