Ogni
anno a settembre i tg alla tele ricordano allo spettatore che la campanella
nelle scuole italiane sta per suonare. Certo dopo la calura, le zanzare, gli esodi
e i controesodi autostradali, il popolo brama di ricevere certe informazioni.Ridiamoci su!
Ma
voi ricordate il vostro primo giorno di scuola? Io sì, molto bene. Era il
settembre del 1984, avevo sei anni appena compiuti, alta poco meno di adesso. Ero
con il mio papà in macchina, convinti, lui per lo più, che la scuola iniziasse
il giorno seguente. Per puro caso ci accorgiamo dell’errata valutazione e
corriamo verso casa a prendere grembiulino e zainetto, o meglio, ai miei tempi
si chiamava cartella. Arrivata a scuola, in ritardo il primo giorno, la maestra
mi comunica di essere capitata nella classe del “tempo pieno”, un modo obsoleto
per indicare che negli anni ‘80 tutte gli alunni finivano lezione alle 12, 30
tranne una sola sezione che pranzava a scuola e si tratteneva fino al
pomeriggio alle 17. Che paura! Era la classe dove venivano raccolti i figli di
genitori entrambi impegnati fino a tardi al lavoro, una piccola percentuale
allora, ma essendo in pochi, la presidenza tentava di riempire i banchi con
altri fanciulli pescati a caso, tra chi invece non aveva esigenze particolari. Metto
il broncio. Ricordo che le maestre, stranamente due, mi chiedono di scrivere il
mio nome sul quaderno. Intorno a me scimmiette che non sapevano neanche tenere
in piedi la penna, dilettanti, io leggevo e scrivevo da almeno un anno. Poi
buio totale, forse ho dormito, forse ho pianto. Quando i miei adorati genitori
sono tornati a prendermi ho chiesto loro di portarmi via da quell’inferno. Il
giorno seguente sedevo al primo banco della prima A, pronta per una favolosa
carriera: migliore lettrice, autrice a sette anni del pensierino più lungo
della storia scolastica, e reginetta delle tabelline… ma questa è un’altra
storia!
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