sabato 3 agosto 2013

LA CONFESSIONE DI PSY: SONO ALCOLIZZATO

Storia triste quella di Park Jae-Sang, in arte Psy, il cantante rapper sudcoreano.
Sono costretta ad accantonare l’immagine di lui allegro e sgambettante mentre tormenta l’etere con il Gangnam Stlyle, con quella di un uomo infelice e dipendente dall’alcool.
Leggo in un’intervista che il successo smisurato ottenuto con la musica, non riesce a lenire il suo profondo malessere esistenziale. Alla base dell’infelicità del cantante grava un complicato rapporto con il padre, violento e manesco con lui sin dall’infanzia. Psy, costretto a lavorare nella catena di ristoranti di famiglia, diviene strettamente dipendente dal fumo e dall’alcool dall’età di ventitré anni. Dichiara così di bere costantemente, di vedere nella vodka una cara amica con cui affrontare sia giornate allegre che momenti difficili. A nulla vale il suo (inspiegabile!!) successo: un miliardo e settecentomila click per il suo video, primato unico di visualizzazioni nella storia di Youtube. Soltanto l’alcool sembra riuscire ad arginare le ferite del suo stato d’animo… caro Psy, prova a usare il carisma e la determinazione che solitamente sfoderi sul palco per fronteggiare la vita e lasciarti alle spalle il tuo triste passato. Magari in una giornata particolarmente blue corri al parco con le tue bimbe e gioca felice con loro!   

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